Progettazione passiva, innovazione sostenibile, efficienza energetica, tutela e valorizzazione dell’ambiente: sono alcuni dei pilastri della bioarchitettura, una tendenza sempre più sentita che punta a promuovere un’edilizia più responsabile verso l’ambiente, in grado di coniugare design, tecnologia e sostenibilità.
Cos’è la bioarchitettura
Parlare di bioarchitettura, secondo la definizione che ne ha dato Ugo Sasso, significa parlare di un complesso di discipline che presuppongono un approccio corretto, dal punto di vista ecologico, nei confronti dell’ecosistema. L’obiettivo è lungimirante: quello di migliorare la qualità della vita attuale e futura grazie alla sostenibilità ecologica dell’architettura e allo sfruttamento dei fenomeni e delle strutture naturali preesistenti.
Gli anni ‘70 e la presa di coscienza ecologica dell’architettura sostenibile
Fu negli anni ‘70 che nacque e si diffuse il concetto di architettura sostenibile, partendo dalle riflessioni attorno all’impiego in edilizia di materiali pericolosi per la salute umana e dannosi per il territorio. L’obiettivo del bioarchitetto è quello di costruire in armonia con l’ambiente, soddisfacendo le esigenze abitative o funzionali attuali, ma senza compromettere le necessità future e migliorando la qualità della vita dei cittadini.
I 6 principi della bioarchitettura
Per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità dell’edilizia, i teorici di questa disciplina hanno cercato soluzioni anche in tecniche costruttive millenarie, per creare strutture resilienti e autosufficienti: in grado di adattarsi al mutamento delle condizioni esterne, mantenendo inalterato il comfort abitativo e senza l’uso eccessivo di fonti energetiche e materiali non rinnovabili.
Ecco, in breve, i principi della bioarchitettura:
- Orientamento (ombreggiamento, illuminamento naturale) – La calibrazione dell’energia radiante assorbita dalle superfici artificiali è fondamentale per evitare dispendi d’energia legati alla climatizzazione. Il giusto orientamento delle strutture favorisce anche l’accesso della luce naturale, rendendo gli interni più luminosi, con la conseguente minore richiesta d’illuminazione artificiale.
- Ventilazione, raffrescamento e deumidificazione – Sistemi di ventilazione passiva (come i tetti ventilati in legno) contribuiscono a mantenere gli ambienti più salubri, termicamente regolati e asciutti,anche nelle estati più torride.
- Isolamento termico – La riscoperta dei materiali naturali e delle tecniche tradizionali dà il proprio contributo all’efficace isolamento termico degli edifici.
- Protezione e recupero delle precipitazioni – In un clima sempre più tropicale come quello che interessa l’Italia, le precipitazioni torrenziali diventano un elemento non occasionale. I sistemi di protezione degli edifici da queste condizioni meteorologiche e il riuso delle acque piovane sono due principi che fanno parte della buona architettura, prima ancora che della bioarchitettura.
- Abbattimento delle dispersioni termiche – Finestre, porte, tetti e pavimenti sono i principali nemici della termoregolazione degli edifici. Ecco perché la bioedilizia si concentra su questi “punti deboli” dell’involucro per minimizzare le dispersioni termiche.
- Captazione solare – Il sole è uno dei migliori alleati della bioedilizia. L’illuminazione non è il suo unico contributo all’edilizia sostenibile. Le serre bioclimatiche, ad esempio, sono strutture captanti che raccolgono e diffondono il suo calore.
Fonte immagine: “Blu Homes mkSolaire front2” by KVDP – Own work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Blu_Homes_mkSolaire_front2.jpg#/media/File:Blu_Homes_mkSolaire_front2.jpg
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