Potrà suonare strano, ma un principe di una dinastia secolare ci sta indicando la via per un futuro sostenibile. Per il popolo della Gran Bretagna, le incursioni del principe Carlo del Galles nell’alta architettura e nell’urbanistica non sembrano essere nuove. Dopo una ultraventennale esperienza nel giudizio critico (il più delle volte distruttivo) dell’architettura moderna britannica, il rappresentante dei regnanti inglesi ha voluto dire la propria sull’urbanistica, contro il rischio che nel prossimo futuro si possa incorrere nella completa de-umanizzazione e de-naturalizzazione delle nostre città a causa di un approccio alla pianificazione urbana completamente distaccato dall’uomo e dalla natura.
Per questo, il Principe Carlo ha voluto regalarci 10 principi “di sangue blu” da seguire per un’urbanizzazione sostenibile. Una teorizzazione che viene senz’altro da un’attenta e lunga osservazione degli sviluppi urbanistici, ma che può vantare sicuramente meno esperienza diretta di vita urbana e delle problematiche legate alla quotidianità in una metropoli moderna.
Principio # 1 – Gli sviluppi devono rispettare la terra. Non devono essere intrusivi, ma progettati per accordarsi con il territorio che occupano.
Principio # 2 – L’architettura è un linguaggio. Dobbiamo seguire le regole grammaticali della terra, altrimenti saremo circondati da dissonanza e confusione. Ecco perché un codice edilizio sarebbe prezioso.
Principio # 3 – Le proporzioni sono importanti. Non solo gli edifici dovrebbero essere correlati alle proporzioni umane, ma dovrebbero anche tenere conto delle proporzioni degli altri edifici ed elementi circostanti. Troppe delle nostre città sono state rovinate da costruzioni, prive di senso civico, piazzate casualmente e sovradimensionate.
Principio # 4 – L’armonia è il gioco di squadra di tutte le parti. L’aspetto di ogni edificio dovrebbe essere accordato con ciò che lo circonda. Elemento che non vuole richiamare l’uniformità. La ricchezza, come dimostra la Natura, viene dalla diversità, ma deve esserci una coerenza che spesso può essere ottenuta dall’attenzione per i dettagli (come: lo stile dei vani porta, dei balconi, delle cornici…).
Principio # 5 – La creazione di muri di spazi ben progettati. Piuttosto che grappoli di case separate posti ad angoli frastagliati, gli spazi definiti dagli edifici possono essere non solo godibili alla vista, ma possono incoraggiare alla passeggiata ed essere percepiti più sicuri.
Principio # 6 – Contano anche i materiali. Stiamo divenendo dipendenti da materiali edili standardizzati. C’è troppo cemento, alluminio, vetro e acciaio. Bisognerebbe sfruttare i materiali locali e gli stili tradizionali.
Principio # 7 – Cartelli, luci e utenze. Possono facilmente essere abusate. Dovremmo sotterrare il più possibile le cablature e limitare la cartellonistica.
Principio # 8 – I pedoni devono essere al centro del processo di progettazione. Le strade devono essere liberate dalle macchine.
Principio # 9 – Densità. Lo spazio ha grande importanza, ma non dobbiamo ripiegare su isolati di alte torri che alienano e isolano. Vi possono essere più benefici condivisi in terrazzamenti e isolati di ville. Come Kensington e Chelsea a Londra: questi quartieri sono i più densamente abitati della città.
Principio # 10 – Flessibilità. La progettazione rigida e convenzionale nonché le regole d’ingegneria stradale rendono tutto quanto sopra indicato vano. Ma è possibile portare la flessibilità negli schemi per introdurre l’innovazione.
Fonte immagine: “Carlos de Gales (2011)” by www.la-moncloa.es – www.la-moncloa.es. Licensed under Public Domain via Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Carlos_de_Gales_(2011).jpg#/media/File:Carlos_de_Gales_(2011).jpg
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