L’etichetta energetica è uno strumento di comparazione dei livelli di efficienza energetica che abbiamo imparato a riconoscere su molti prodotti, così come sui documenti di certificazione energetica degli edifici (nell’APE è in forma di tachimetro di fabbisogno termico estivo e invernale o indice EPI). Cosa indica nello specifico e come si legge? Impariamo a utilizzare questo utile espediente di valutazione energetica.
Cos’è l’etichetta energetica
L’etichettatura energetica è un’iniziativa comunitaria per informare gli utenti sul consumo di energia e di altre risorse dei prodotti acquistati. Che sia una semplice aspirapolvere o un immobile.
L’obiettivo è quello di stimolare un consumo consapevole, stimolare la ricerca di prodotti più efficienti e (come conseguenza di tutto ciò) ridurre l’inquinamento atmosferico.
L’etichetta energetica è nata nel 1992, con la direttiva comunitaria 92/75/CEE, ma è stata impiegata a partire dal 1998.
Nel 2010, una nuova direttiva (la 2010/30/UE) ha esteso l’impiego dell’etichettatura energetica a qualsiasi prodotto connesso con l’uso di energia per impatto diretto o impatto indiretto.
Come si legge l’etichetta energetica
La scala dei valori parte da D (livello d’efficienza più scarso) per arrivare ad A++ (e in alcuni casi A+++), livello d’eccellenza.
Oltre alla classe energetica, il cruscotto EPI che si può trovare nei documenti di certificazione energetica degli edifici, evidenzia la stima di consumo energetico e il livello di emissioni di Co2 dell’edificio.
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